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Fast fashion: il vero costo

Immagine del redattore: Martina RadicchioMartina Radicchio

Quante volte avete percorso il mercato di Como in modo distratto, tra la gente e il profumo di patatine? Provate a farlo con occhi diversi.

Ogni 5 metri circa si possono notare bancarelle cariche di vestiti, manichini che invadono il marciapiede, file di porta abiti piene di capi d'abbigliamento di ogni modello,materiale,taglia e colore.

Tutto ciò mi ha inevitabilmente spinto ad una riflessione: il fast fashion è ovunque.

Innanzitutto il termine fast fashion significa letteralmente "moda veloce", ossia fa riferimento alle case d'abbigliamento che producono collezioni ispirate all'alta moda, vendendole a prezzi contenuti e rinnovandole in tempi brevissimi.

L'impatto ambientale del fast fashion è molto alto: il settore della moda e del tessile rappresenta infatti una delle industrie più inquinanti al mondo, soprattutto per quanto riguarda la fase di smaltimento del prodotto.

Acquistare un capo di bassa qualità fa si che la vita del prodotto stesso sia breve e quindi che ognuno di noi si ritrovi a scartare troppo spesso capi d'abbigliamento non più indossabili. La situazione si aggrava quando i capi in questione sono composti da fibre sintetiche, come il poliestere, le quali non sono nè sostenibili nè riciclabili.

Il fast fashion non solo è dannoso per l'ambiente, ma anche per i lavoratori che fanno parte della catena produttiva. Il discorso del "prezzo umano" dietro ai grandi brand d'abbigliamento, quali ad esempio H&M, Zara,Primark, e Topshop, venne affrontato in classe tramite la visione del documentario "The true cost".

Il documentario verte sul fenomeno dei cosiddetti "sweatshops", dove centinaia di operai lavorano giorno e notte dietro una retribuzione irrisoria in spazi ridotti e pericolosi per la propria salute o addirittura per la propria vita ( il crollo del Rana Plaza sweatshop nel 2013 causò la morte di più di 1000 persone, ma non suscitò alcuna reazione tra le case produttrici). Sono immagini lontane dalla realtà europea ma purtroppo quotidiane nei paesi in via di sviluppo.

Altresì è vero che il fast fashion è un fenomeno che, seppur negativo, persiste perché rende la moda accessibile a tutti, permette di disporre di tantissimi capi d'abbigliamento per ogni stagione e di creare outfit vari e sempre più nuovi;il tutto ad un piccolo prezzo.


Tuttavia, il piccolo prezzo al consumatore è la maschera di qualcosa di ben più grande, ossia di un costo carissimo,non solo a livello umano e sociale, ma anche ambientale.


Il fast fashion costa troppo.


Martina Radicchio 5RIM1

 
 
 

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