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Impastato, lotta alla Mafia

Immagine del redattore: Matteo FrigerioMatteo Frigerio

Giuseppe Impastato, noto come Peppino.

Giornalista contro l'inferno.

Peppino era una delle voci che denunciano l'inferno della Mafia. Lo stesso inferno che allontana i cuori dalla ragione, l'inferno che non permette di ammirare le stelle perchè devi tenere la testa bassa. E devi stare muto. Muto. L'inferno che uccide i sorrisi, che ti lacera. L'inferno esiste e ha tanti nomi. L'inferno è la perenne condizione di non poter amare e ricevere amore.

Dal male nasce bene ma dal bene non può nascere il male. Noi dobbiamo testimoniare l'Amore. Il male tende a divorare se stesso, ma se l'amore non vince il male tornerà con altro nome. Senza una massiccia propaganda e testimonianza di amore, il male ha comunque ossigeno. Ciò accade dove la Mafia opera.

Fatico a credere nella malvagità delle persone. Come affermava Rousseau, l'uomo è buono. Ma questa bontà è corrotta dall'evoluzione della società. Chi riceve amore, non dona odio. Non dona rabbia. Dona sempre amore.

Giuseppe sapeva. Giuseppe raccontava.

Giuseppe era nato in una famiglia mafiosa. Venne cacciato da casa dal padre e iniziò il suo percorso di propaganda, di denuncia. Iniziò nel 1965 con alcuni ragazzi del PSIUP, fondando il giornale "L'idea socialista". Dal 1968 partecipò, come Dirigente, a "Il Manifesto", "Lotta Continua". Fu anche voce per i contadini, ai quali vennero espropriati i terreni per aggiornamenti all'aereoporto di Punta Raisi.

Nel 1976 costituì Musica e cultura, nel '77 Radio AUT con la quale denunciava le attività mafiose.

Giuseppe denunciava Cosa Nostra con la sua radio. Denunciava la realtà. La realtà infernale della Mafia. Fu assassinato nella notte tra l'8-9 maggio 1978 e nella stessa notte venne ritrovato senza vita il corpo di Aldo Moro.




 
 
 

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